Oggi non esiste più un forte ruolo maschile, come poteva essere solo qualche decina d’anni fa. Da una parte verrebbe da dire “per fortuna” (LEGGI Il papà di oggi non è più lo stesso), visto che il modello seguito si ispirava al “padre-padrone”, ad un uomo da rispettare a prescindere ed al quale obbedire senza nulla chiedere. Sicuramente, però, quest’uomo era ben presente e nessuno poteva dire il contrario. Con i propri metodi educativi poco ortodossi, probabilmente alcuni ricorderanno ancora la cintura del padre, con la scarsa propensione al dialogo, ma i suoi figli sapevano obbedire e stavano esattamente dove venivano messi.
I bambini hanno bisogno del papà quanto della mamma
Ovviamente la madre ha un ruolo predominante, soprattutto nei primi anni di vita, dovuto a maggiori necessità di accudimento dei piccoli e a una facilità burocratico-legislativa, nel gestire permessi e congedi per maternità, dovuta ad una cultura e mentalità occidentali. Proprio questa cultura ha predisposto, storicamente, i ruoli, in maniera tale che alla madre spettasse la figliazione e l’educazione dei piccoli, e al padre il mantenimento economico insieme ad un ruolo normativo. Questo, purtroppo, a discapito delle reali necessità dei bambini, che avrebbero, in realtà, bisogno di pari attenzioni da parte di entrambi i genitori.
Così accade, a volte, che i riferimenti presi a modello dai bambini non siano soltanto i genitori, ma anche i nonni, gli zii, insegnanti carismatici, ed altri esempi che incontrano durante il proprio cammino. Ciò non è dannoso, soprattutto in periodi di crisi come quello che stiamo attraversando, in cui alcuni padri sono costretti ad assentarsi da casa per molte ore al giorno, oppure per l’intera settimana, per mantenere adeguatamente il nucleo familiare, a volte destreggiandosi tra più di un lavoro.
In questi casi il ruolo maschile può essere, in parte, arricchito dalla presenza di altre figure di riferimento, che possano ascoltare e consigliare i bambini quando il papà è lontano. Ovviamente una situazione del genere non può protrarsi a lungo, altrimenti incrinerebbe i rapporti con il genitore mancante.
Oggi molti padri si nascondono dietro il loro dovere, perché sentono l’incapacità di essere veramente padri ed “addossarsi” la responsabilità dell’educazione dei figli, che vedono come una pesante incombenza, con la quale non sanno destreggiarsi adeguatamente. Che l’assenza sia dovuta a necessità familiari contingenti o timore di commettere errori, è bene che il padre trovi il tempo per fare ciò che i figli si aspettano da lui, e di cui hanno un gran bisogno, anche occasionalmente, se non nel weekend.
Tutti sbagliano, anche i genitori migliori e più preparati, non dev’essere certo quello a frenarvi. Tutti i bambini, però, nel bene e nel male, si ricordano di aver avuto a fianco qualcuno che li ha trattati con affetto, con amore, dedicando loro del tempo e delle attenzioni.