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Secondo assioma della comunicazione: la meta-comunicazione tra genitori e figli

Secondo assioma della comunicazione: la meta-comunicazione tra genitori e figli 7 Febbraio, 2013

Laura Carissimi nasce a Bergamo nel 1982. Consegue laurea triennale in scienze dell’educazione nel 2006 e la laurea specialistica in "Consulenza pedagogica e ricerca educativa" nell'anno 2011. Dimostra interesse per il mondo dell'infanzia sin dai suoi 13 anni, quando ancora ragazzina offre la sua collaborazione come baby sitter e ripetizioni. Catechista ed educatrice per oltre 10 anni presso la parrocchia di Presezzo (BG) per la fascia d’età 6-14 è referente presso la "Consulta Giovani" del paese, organizzatrice di feste ed animatrice. Ha svolto il Servizio Civile Volontario promosso da "Associazione Mosaico" di Presezzo, interessandosi alla pubblicazione del progetto sul sito comunale. È coordinatrice pedagogica e formatrice per corsi riguardo problematiche scolastiche, puericultura, assistenza pre-post parto e maternità naturale. Ha coordinato progetti ed equipe educative per "Lavorare insieme", Cooperativa Sociale a.r.l. Laura Carissimi la trovi su facebook http://www.facebook.com/laura.carissimi.14 e twitter @LauraCarissimi

metacomunicazione bambini

metacomunicazione bambiniSe il primo assioma della comunicazione dice che è impossibile non comunicare, il secondo assioma della comunicazione tra genitori e figli dice che «ogni comunicazione ha un aspetto di contenuto e uno di relazione in modo che il secondo qualifica il primo ed è quindi meta-comunicazione».



Meta-comunicazione sembra una parola altisonante, anche un po’ spaventosa, per certi versi, ma, cari genitori, non fatevi intimorire, il concetto in sé è più semplice di quanto appaia. Questo assioma suggerisce che in ogni episodio comunicativo vi sia un’informazione che viene trasmessa, ovvero un messaggio, ed un comportamento, ovvero il modo in cui tale messaggio viene comunicato, il quale definisce la relazione tra i comunicanti.

Notizia e comando

In questo caso interviene un altro esponente della scuola di Palo Alto, Gregory Bateson, il quale introduce i concetti di notizia e comando, due aspetti, a suo parere, fondamentali in ogni comunicazione umana. L’aspetto di notizia riguarda il contenuto del messaggio, mentre l’aspetto di comando il tipo di relazione che intercorre tra chi comunica. Ogni messaggio, infatti, potrebbe essere visto oggettivamente, come se lo stessimo leggendo, ma non sempre è altrettanto semplice comprendere a quale ambito si riferisca. Ad esempio, proviamo ad immaginare di vedere scritta la frase seguente: “vai a casa”. Non possiamo capire, solo leggendo, se si tratta di una raccomandazione detta con amore da una madre ad un figlio, oppure l’invettiva di un gruppo di tifosi nei confronti del loro idolo sportivo. Nell'infanzia come nella vita in generale sono, quindi, molto importanti gli aspetti metacomunicativi, come il contesto o l’intonazione con i quali viene trasmesso il messaggio in sé.

I toni sono importanti

Se diamo un’informazione in modo arrogante, scostante, eccessivamente critico e non utilizziamo un linguaggio corretto, rischiamo che ai nostri figli arrivi qualcosa che non pensiamo realmente e che reagiscano, di conseguenza, con atteggiamenti non opportuni, quali aggressività, apatia o passività.
È importante, mamme e papà, che chi comunica sia consapevole di questo aspetto.

Gli atteggiamenti meta-comunicativi provocano, spesso, reazioni più evidenti, che non il contenuto stesso della comunicazione. Provate a pensare a quante volte vi sarà capitato di infastidirvi, per il tono con il quale i vostri figli vi hanno risposto. Può essere stato un “sì” palesemente svogliato alla richiesta di fare i compiti o sistemare la camera, oppure un silenzio corredato di sbuffi e trascinamento di piedi alla richiesta di lavare le mani o apparecchiare la tavola.

Siate un esempio

La metacomunicazione rivela ben oltre quel che vorremmo dire, e, se agiamo d’impulso, soprattutto nei confronti di bambini molto piccoli, rischiamo che il messaggio che arriva loro sia molto distorto e che ciò si ripercuota sulla vita quotidiana. L’esempio migliore che un genitore può fornire ad un figlio è di ponderare con la dovuta attenzione le parole e pensare prima di reagire, soprattutto nei confronti delle provocazioni che bambini e ragazzi sono specialisti nel mettere in atto!

Laura Carissimi nasce a Bergamo nel 1982. Consegue laurea triennale in scienze dell’educazione nel 2006 e la laurea specialistica in "Consulenza pedagogica e ricerca educativa" nell'anno 2011. Dimostra interesse per il mondo dell'infanzia sin dai suoi 13 anni, quando ancora ragazzina offre la sua collaborazione come baby sitter e ripetizioni. Catechista ed educatrice per oltre 10 anni presso la parrocchia di Presezzo (BG) per la fascia d’età 6-14 è referente presso la "Consulta Giovani" del paese, organizzatrice di feste ed animatrice. Ha svolto il Servizio Civile Volontario promosso da "Associazione Mosaico" di Presezzo, interessandosi alla pubblicazione del progetto sul sito comunale. È coordinatrice pedagogica e formatrice per corsi riguardo problematiche scolastiche, puericultura, assistenza pre-post parto e maternità naturale. Ha coordinato progetti ed equipe educative per "Lavorare insieme", Cooperativa Sociale a.r.l. Laura Carissimi la trovi su facebook http://www.facebook.com/laura.carissimi.14 e twitter @LauraCarissimi