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Terzo assioma della comunicazione: la “punteggiatura” tra genitori e figli

Terzo assioma della comunicazione: la “punteggiatura” tra genitori e figli 25 Febbraio, 2013

Laura Carissimi nasce a Bergamo nel 1982. Consegue laurea triennale in scienze dell’educazione nel 2006 e la laurea specialistica in "Consulenza pedagogica e ricerca educativa" nell'anno 2011. Dimostra interesse per il mondo dell'infanzia sin dai suoi 13 anni, quando ancora ragazzina offre la sua collaborazione come baby sitter e ripetizioni. Catechista ed educatrice per oltre 10 anni presso la parrocchia di Presezzo (BG) per la fascia d’età 6-14 è referente presso la "Consulta Giovani" del paese, organizzatrice di feste ed animatrice. Ha svolto il Servizio Civile Volontario promosso da "Associazione Mosaico" di Presezzo, interessandosi alla pubblicazione del progetto sul sito comunale. È coordinatrice pedagogica e formatrice per corsi riguardo problematiche scolastiche, puericultura, assistenza pre-post parto e maternità naturale. Ha coordinato progetti ed equipe educative per "Lavorare insieme", Cooperativa Sociale a.r.l. Laura Carissimi la trovi su facebook http://www.facebook.com/laura.carissimi.14 e twitter @LauraCarissimi

terzo assioma della comunicazione

Il terzo assioma: “La natura di una relazione dipende dalla punteggiatura delle sequenze di comunicazione fra i partecipanti”.

Questo assioma, forse uno tra i più semplici e complessi nello stesso tempo, pone l’accento sulla punteggiatura” della comunicazione. Non intende, banalmente, i segni di interpunzione, come potremmo pensare ad una prima lettura, ma indica le diverse possibilità di interpretazione che un evento comunicativo può avere.

Watzlawick porta come esempio una cavia di laboratorio, da lui addestrata a pigiare una leva in cambio di formaggio. Il punto di vista dell’animale potrebbe essere il medesimo ma in senso opposto: ha addestra o il padrone a fornirgli del cibo ogni volta che compie una determinata azione.

terzo assioma della comunicazioneCosì, possiamo capire come i ruoli comunicativi possano variare a seconda dei punti di vista con cui si osserva una relazione; e, quindi, come la “punteggiatura” sia essenziale nella definizione dei ruoli dei comunicanti. Essa si può, inoltre, interpretare, leggere, in maniera diversa a seconda dello sguardo personale. Non esiste una punteggiatura oggettivamente percepibile: un silenzio può essere visto come assenso, rifiuto, ostilità e via dicendo…

In concreto, nella vita di ogni giorno, questo assioma (Leggi anche il Primo e Secondo Assioma) ci ricorda che in ogni relazione esiste uno scambio continuo di atti comunicativi, e questo fa sì che ci si influenzi a vicenda continuamente. Ogni comunicazione, infatti, porta con sé contemporaneamente stimolo, risposta e rinforzo. Le implicazioni sono molteplici.



Nella vita di coppia, ad esempio, diventa difficile capire “chi influenza chi” e si corre il rischio di osservare la situazione esclusivamente dal proprio punto di vista. In particolare, nelle relazioni critiche, o conflittuali, può accadere che si ritenga in torto sempre e solo l’altra parte, come conseguenza di una distorta visione della punteggiatura nella relazione. Il problema principale diviene quello di stabilire quali siano le cause e quali le conseguenze.

Nel rapporto genitori-figli, questo doppio legame viene amplificato, fino a diventare, soprattutto nel periodo adolescenziale, fonte di incomunicabilità. Mamme e papà, dobbiamo ricordarci sempre che ogni nostra azione, parola, comportamento, implica sempre una risposta, ma anche un input. Si può reagire in modi diversi, ma bisogna rendersi conto del fatto che ciò che diciamo o facciamo influenza sempre e comunque la persona con cui stiamo interagendo.

Non è raro sentire una conversazione di questo tipo, e magari ve ne sono molte anche nelle vostre case: Il figlio: “È inutile che parlo con la mamma perché tanto urla sempre e non mi lascia esprimere i miei pensieri e le mie motivazioni, quindi sto in silenzio, non faccio niente, non dico niente e ho risolto”. La mamma: “È così silenzioso e passivo che mi fa arrabbiare, non mi racconta mai nulla, non si sforza di avere idee sue e, spesso, devo gridare per fargli fare le cose!”

E’ difficile capire se è nato prima l’uovo o la gallina, se è il comportamento della madre che avvia quello del figlio o viceversa, però è proprio quello che accade. Perciò, mamme e papà, ricordatevi che si può cadere in circoli comunicativi viziosi, senza comprendere dove tutto ciò abbia avuto inizio. Se, però, vi accorgete che si tratta del vostro caso, cercate di rompere la routine che danneggia i vostri rapporti, modificando le vostre reazioni nel contesto, e proponendo atteggiamenti nuovi, inaspettati. Così facendo otterrete anche nuove risposte e potreste risolvere quei piccoli conflitti che si creano con i figli durante le delicate tappe della crescita.

 

Laura Carissimi nasce a Bergamo nel 1982. Consegue laurea triennale in scienze dell’educazione nel 2006 e la laurea specialistica in "Consulenza pedagogica e ricerca educativa" nell'anno 2011. Dimostra interesse per il mondo dell'infanzia sin dai suoi 13 anni, quando ancora ragazzina offre la sua collaborazione come baby sitter e ripetizioni. Catechista ed educatrice per oltre 10 anni presso la parrocchia di Presezzo (BG) per la fascia d’età 6-14 è referente presso la "Consulta Giovani" del paese, organizzatrice di feste ed animatrice. Ha svolto il Servizio Civile Volontario promosso da "Associazione Mosaico" di Presezzo, interessandosi alla pubblicazione del progetto sul sito comunale. È coordinatrice pedagogica e formatrice per corsi riguardo problematiche scolastiche, puericultura, assistenza pre-post parto e maternità naturale. Ha coordinato progetti ed equipe educative per "Lavorare insieme", Cooperativa Sociale a.r.l. Laura Carissimi la trovi su facebook http://www.facebook.com/laura.carissimi.14 e twitter @LauraCarissimi