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Primo assioma: impossibile non comunicare

Primo assioma: impossibile non comunicare 31 Gennaio, 2013

Laura Carissimi nasce a Bergamo nel 1982. Consegue laurea triennale in scienze dell’educazione nel 2006 e la laurea specialistica in "Consulenza pedagogica e ricerca educativa" nell'anno 2011. Dimostra interesse per il mondo dell'infanzia sin dai suoi 13 anni, quando ancora ragazzina offre la sua collaborazione come baby sitter e ripetizioni. Catechista ed educatrice per oltre 10 anni presso la parrocchia di Presezzo (BG) per la fascia d’età 6-14 è referente presso la "Consulta Giovani" del paese, organizzatrice di feste ed animatrice. Ha svolto il Servizio Civile Volontario promosso da "Associazione Mosaico" di Presezzo, interessandosi alla pubblicazione del progetto sul sito comunale. È coordinatrice pedagogica e formatrice per corsi riguardo problematiche scolastiche, puericultura, assistenza pre-post parto e maternità naturale. Ha coordinato progetti ed equipe educative per "Lavorare insieme", Cooperativa Sociale a.r.l. Laura Carissimi la trovi su facebook http://www.facebook.com/laura.carissimi.14 e twitter @LauraCarissimi

comunicazione genitori figli

comunicazione genitori figliIl primo assioma della comunicazione, la regola più semplice, la più scontata dice che è impossibile non comunicare. Questo assioma vale anche per la comunicazione genitori/figli.

Ogni relazione ha in sé aspetti comunicativi, anche se non vi è una specifica intenzione in tal senso, o, addirittura, se si decide volontariamente di non voler comunicare nulla. Anche con il silenzio si può interagire con un'altra persona ed essere portatori di contenuti significativi, esprimere “un qualcosa”. È sufficiente che sussista un’interazione, di qualunque tipo, tra due persone, per poter parlare di comunicazione. Non è necessario che essa sia verbale, e nemmeno che sia volontaria o consapevole: qualunque comportamento veicola un messaggio, ed è quindi comunicativo (non è possibile stabilire una non-comunicazione).

Ad esempio, episodi della vita di tutti i giorni, come un incontro casuale in ascensore, o l’attesa ad una fila in banca, possono raccontare qualcosa, sia a chi vede dall’esterno, che a chi si trova “nella” situazione. Quindi anche i silenzi, l’indifferenza, la passività e l’inattività sono forme di comunicazione al pari delle altre, dato che veicolano significati e messaggi dai quali non è possibile prescindere.



Per questo, ogni genitore dovrebbe ricordarsi che il proprio comportamento, qualunque esso sia, esprimerà sempre qualcosa nei confronti del figlio, anche fosse l’indifferenza più assoluta.

I bambini: maestri nella comunicazione non verbale

Inoltre, i bambini sono maestri nella comunicazione non verbale, e, soprattutto se non ancora in età da parola, carpiscono e assorbono i sentimenti che sentono aleggiare nel contesto intorno a loro, li fanno propri, e poi reagiscono di conseguenza.

Perciò se il vostro bambino piange o si agita, senza motivo apparente, può essere che abbia percepito del nervosismo in alcuni vostri atteggiamenti.

comunicazione tra padre e figliComunicate il vostro malessere ai figli senza allarmarli

Cercate, per quanto è possibile, di non far pesare sui bambini situazioni delle quali non hanno colpa né conoscenza, e, quando è inevitabile, spiegate loro quali sono i motivi del vostro malessere, senza allarmarli troppo, ma facendo loro comprendere che non ne sono la causa diretta. Così impareranno a loro volta a dare un nome all’emozione e ad esprimerla con tranquillità, senza tenersi tutto dentro (cosa che, da genitori, vivrete con gioia nel periodo adolescenziale).

Osservate gli atteggiamenti non verbali dei vostri figli

Allo stesso modo potete sfruttare la consapevolezza dell’“impossibilità di non comunicare” anche al contrario, cercando di osservare gli atteggiamenti non verbali dei vostri figli, e capire se va tutto bene o se c’è qualcosa che li turba o li disturba.

Se ci sono disagi rivolgetevi a degli esperti

Non sempre sarete in grado di farlo da soli: nel caso vi accorgiate che il disagio manifestato è profondo e non siete in grado di comprenderne le motivazioni, potete rivolgervi a numerosi esperti, tra cui pedagogisti e psicologi infantili, ad esempio, che possono aiutarvi e sostenervi in questi delicati processi.

Avventuriamoci adesso nel secondo assioma della comunicazione tra genitori e figli.

Laura Carissimi nasce a Bergamo nel 1982. Consegue laurea triennale in scienze dell’educazione nel 2006 e la laurea specialistica in "Consulenza pedagogica e ricerca educativa" nell'anno 2011. Dimostra interesse per il mondo dell'infanzia sin dai suoi 13 anni, quando ancora ragazzina offre la sua collaborazione come baby sitter e ripetizioni. Catechista ed educatrice per oltre 10 anni presso la parrocchia di Presezzo (BG) per la fascia d’età 6-14 è referente presso la "Consulta Giovani" del paese, organizzatrice di feste ed animatrice. Ha svolto il Servizio Civile Volontario promosso da "Associazione Mosaico" di Presezzo, interessandosi alla pubblicazione del progetto sul sito comunale. È coordinatrice pedagogica e formatrice per corsi riguardo problematiche scolastiche, puericultura, assistenza pre-post parto e maternità naturale. Ha coordinato progetti ed equipe educative per "Lavorare insieme", Cooperativa Sociale a.r.l. Laura Carissimi la trovi su facebook http://www.facebook.com/laura.carissimi.14 e twitter @LauraCarissimi