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Festa del papà senza il papà

Festa del papà senza il papà 7 Marzo, 2013

Laura Carissimi nasce a Bergamo nel 1982. Consegue laurea triennale in scienze dell’educazione nel 2006 e la laurea specialistica in "Consulenza pedagogica e ricerca educativa" nell'anno 2011. Dimostra interesse per il mondo dell'infanzia sin dai suoi 13 anni, quando ancora ragazzina offre la sua collaborazione come baby sitter e ripetizioni. Catechista ed educatrice per oltre 10 anni presso la parrocchia di Presezzo (BG) per la fascia d’età 6-14 è referente presso la "Consulta Giovani" del paese, organizzatrice di feste ed animatrice. Ha svolto il Servizio Civile Volontario promosso da "Associazione Mosaico" di Presezzo, interessandosi alla pubblicazione del progetto sul sito comunale. È coordinatrice pedagogica e formatrice per corsi riguardo problematiche scolastiche, puericultura, assistenza pre-post parto e maternità naturale. Ha coordinato progetti ed equipe educative per "Lavorare insieme", Cooperativa Sociale a.r.l. Laura Carissimi la trovi su facebook http://www.facebook.com/laura.carissimi.14 e twitter @LauraCarissimi

festa del papà senza papà



È in arrivo, come ogni anno, la “festa del papà”, momento felice e gioioso per milioni di papà e di bambini in tutto il mondo. In molte scuole, e soprattutto con bambini piccoli, è diffusa la consuetudine di proporre lavoretti, attività, filastrocche o scritti nei quali i bimbi possano esprimere i propri pensieri o raccontare la relazione che hanno con il padre. E moltissimi padri reagiscono con orgoglio a queste manifestazioni d’affetto, ed alle piccole, grandi abilità che i figli mettono in campo.
festa del papà senza papàNon tutti, però, vivono serenamente l’arrivo di questa ricorrenza: ad esempio, molte mamme single potrebbero doversi confrontare col “problema” di non aver accanto un compagno, qualcuno che per i figli sia un padre. E la questione appare ancora più delicata nel momento in cui, con gran probabilità, a scuola, sarà chiesto di svolgere qualche tema, fare un disegno o preparare un lavoretto per il proprio papà.
Alcuni si possono sentire frustrati poiché non hanno un papà al quale raccontare la filastrocca, recitare la poesia e consegnare il lavoretto o non riescono a produrre un disegno o uno scritto. Questo può portare a violenta opposizione, litigi familiari o scolastici, e ad una generica gestione difficoltosa da parte delle figure di riferimento che sioccupano del bimbo.

Come far fronte, quindi, ad una questione tanto delicata quanto difficile?

Innanzitutto, ed è bene specificarlo anche se sembra banale, non esistono regole generali e metodi applicabili per tutti, ogni situazione va vissuta singolarmente ed è bene che ognuno elabori le proprie soluzioni.
Ciononostante vi sono delle linee guida e delle strategie che possono aiutare le mamme single, ole figure che si occupano del bambino orfano di padre, a gestire meglio la situazione.
  • Evitate di raccontare bugie (“il papà è via per un viaggio e tornerà”, o simili), perché questo genera aspettative irrealistiche e potrebbe inasprire sia il rapporto con il genitore restante, che quello con i compagni, che magari sono a conoscenza di tutto. Non è facile, ma è meglio che il bambino sappia che il papà non c’è più e non potrà vederlo fisicamente. Le “bugie bianche” possono aiutare solo in alcuni casi e fino ad un certo punto. Io consiglio sempre di essere sinceri, anche perché i bambini percepiscono tutte le emozioni, i non detti, le tensioni che aleggiano nel genitore o nei familiari, ed è più frustrante per loro, non sapere nulla o essere considerati non in grado di capire. Ovviamente le spiegazioni devono essere comprensibili, a misura di bambino, ed arrivare nel momento opportuno, con le modalità migliori.
  • Se il problema è strettamente scolastico…potrebbe essere utile un colloquio con gli insegnantiper conoscere in anticipo cosa hanno in programma per la festa e preparare il bimbo a casa, senza ovviamente specificare che a breve dovrà eseguire il medesimo compito a scuola. Oppure, se gli insegnanti, che conoscono il bambino, ritengono di modificare il loro progetto inziale in funzione di alcuni casi in classe…ben venga, sarà più semplice per vostro figlio accettare la festa del papà. 
  • In ogni caso, per non “sentirsi diverso”, è essenziale che la madre parli con i figli della figura paterna, con la massima serenità e abitualmente. La scuola è un fattore scatenante, ma i disagi che emergono sono già presenti nel bambino e non è positivo tacerli o non considerarli. Bisogna parlare delle situazioni difficili che i figli vivono ogni giorno, e ricordare sempre loro che, in ogni caso, hanno avuto un papà; senza idealizzare il papà perfetto, ma cercando di far conoscere al figlio chi è stato veramente il suo papà, con i difetti, i pregi, le aspirazioni, il lavoro, il carattere, ecc.
  • Utile, a questo proposito, è osservare insieme le foto, i filmati, e raccontare piccoli aneddoti, curiosità, cose fatte insieme, ecc.; il tutto senza urtare i sentimenti del bambino, e rimandando gentilmente se si nota in lui una reazione eccessiva. È normale e anche benefico, per il bambino, avere un momento di festa nel quale ricordare il proprio papà, perciò, mamme, permettetegli di conoscerlo! Se ve la sentite, potete creare insieme un disegno della vostra famiglia, lasciando che il bimbo rappresenti e posizioni il papà come e dove preferisce. Questo può aiutarlo ad incanalare e comprendere le proprie emozioni a proposito, raccontandole contemporaneamente a tutti.
  • Fate comprendere al bambino che il non avere un papà fisicamente accanto non gli impedisce di sentirsi meno amato, o di immaginare quello che il papà gli direbbe, oppure che lui vorrebbe dire al papà. E’ importante che sappia che il padre non tornerà, per quanto lui possa desiderarlo, però coltivarne un buono e sereno ricordo è sicuramente il punto di partenza per vivere la festa senza eccessivi traumi.
  • Qualora in famiglia fosse presente una nuova figura maschile, o comunque una figura di riferimento che si è naturalmente sostituita al ruolo paterno (che può essere un nonno, uno zio, oppure un nuovo compagno) si potrà dare facoltà al bambino di dedicare a questa i lavoretti, le filastrocche e quant’altro, se lo desidera, ma mantenendo ben presente che non si tratta del papà.
E, mamme, abbiate fiducia in voi stesse: se amate i vostri figli e volete che stiano bene saprete trovare naturalmente, con la sensibilità che solo una madre può avere, le parole, i gesti, l’affetto necessario a far trascorrere a vostro figlio una festa del papà serena e gioiosa, qualunque sia la vostra situazione familiare.

Laura Carissimi nasce a Bergamo nel 1982. Consegue laurea triennale in scienze dell’educazione nel 2006 e la laurea specialistica in "Consulenza pedagogica e ricerca educativa" nell'anno 2011. Dimostra interesse per il mondo dell'infanzia sin dai suoi 13 anni, quando ancora ragazzina offre la sua collaborazione come baby sitter e ripetizioni. Catechista ed educatrice per oltre 10 anni presso la parrocchia di Presezzo (BG) per la fascia d’età 6-14 è referente presso la "Consulta Giovani" del paese, organizzatrice di feste ed animatrice. Ha svolto il Servizio Civile Volontario promosso da "Associazione Mosaico" di Presezzo, interessandosi alla pubblicazione del progetto sul sito comunale. È coordinatrice pedagogica e formatrice per corsi riguardo problematiche scolastiche, puericultura, assistenza pre-post parto e maternità naturale. Ha coordinato progetti ed equipe educative per "Lavorare insieme", Cooperativa Sociale a.r.l. Laura Carissimi la trovi su facebook http://www.facebook.com/laura.carissimi.14 e twitter @LauraCarissimi