Come far fronte, quindi, ad una questione tanto delicata quanto difficile?
- Evitate di raccontare bugie (“il papà è via per un viaggio e tornerà”, o simili), perché questo genera aspettative irrealistiche e potrebbe inasprire sia il rapporto con il genitore restante, che quello con i compagni, che magari sono a conoscenza di tutto. Non è facile, ma è meglio che il bambino sappia che il papà non c’è più e non potrà vederlo fisicamente. Le “bugie bianche” possono aiutare solo in alcuni casi e fino ad un certo punto. Io consiglio sempre di essere sinceri, anche perché i bambini percepiscono tutte le emozioni, i non detti, le tensioni che aleggiano nel genitore o nei familiari, ed è più frustrante per loro, non sapere nulla o essere considerati non in grado di capire. Ovviamente le spiegazioni devono essere comprensibili, a misura di bambino, ed arrivare nel momento opportuno, con le modalità migliori.
- Se il problema è strettamente scolastico…potrebbe essere utile un colloquio con gli insegnanti, per conoscere in anticipo cosa hanno in programma per la festa e preparare il bimbo a casa, senza ovviamente specificare che a breve dovrà eseguire il medesimo compito a scuola. Oppure, se gli insegnanti, che conoscono il bambino, ritengono di modificare il loro progetto inziale in funzione di alcuni casi in classe…ben venga, sarà più semplice per vostro figlio accettare la festa del papà.
- In ogni caso, per non “sentirsi diverso”, è essenziale che la madre parli con i figli della figura paterna, con la massima serenità e abitualmente. La scuola è un fattore scatenante, ma i disagi che emergono sono già presenti nel bambino e non è positivo tacerli o non considerarli. Bisogna parlare delle situazioni difficili che i figli vivono ogni giorno, e ricordare sempre loro che, in ogni caso, hanno avuto un papà; senza idealizzare il papà perfetto, ma cercando di far conoscere al figlio chi è stato veramente il suo papà, con i difetti, i pregi, le aspirazioni, il lavoro, il carattere, ecc.
- Utile, a questo proposito, è osservare insieme le foto, i filmati, e raccontare piccoli aneddoti, curiosità, cose fatte insieme, ecc.; il tutto senza urtare i sentimenti del bambino, e rimandando gentilmente se si nota in lui una reazione eccessiva. È normale e anche benefico, per il bambino, avere un momento di festa nel quale ricordare il proprio papà, perciò, mamme, permettetegli di conoscerlo! Se ve la sentite, potete creare insieme un disegno della vostra famiglia, lasciando che il bimbo rappresenti e posizioni il papà come e dove preferisce. Questo può aiutarlo ad incanalare e comprendere le proprie emozioni a proposito, raccontandole contemporaneamente a tutti.
- Fate comprendere al bambino che il non avere un papà fisicamente accanto non gli impedisce di sentirsi meno amato, o di immaginare quello che il papà gli direbbe, oppure che lui vorrebbe dire al papà. E’ importante che sappia che il padre non tornerà, per quanto lui possa desiderarlo, però coltivarne un buono e sereno ricordo è sicuramente il punto di partenza per vivere la festa senza eccessivi traumi.
- Qualora in famiglia fosse presente una nuova figura maschile, o comunque una figura di riferimento che si è naturalmente sostituita al ruolo paterno (che può essere un nonno, uno zio, oppure un nuovo compagno) si potrà dare facoltà al bambino di dedicare a questa i lavoretti, le filastrocche e quant’altro, se lo desidera, ma mantenendo ben presente che non si tratta del papà.