Ogni volta che Lara torna a casa mi racconta cosa ha fatto all’asilo. Ogni giorno mi ritrovo con un sorriso sdentato, due codini disfatti e un’infinità di macchie di pappa e pennarelli spalmente uniformemente sui vestiti. E non c’è nulla di più bello di vedere la felicità con cui mi mostra i lavoretti che ha fatto con le maestre.
In questi giorni è tornata a casa con un disegno di un cuore sgangherato con me e lei e papà accanto. È così orgogliosa e buffa che è impossibile non strapparmi un sorriso, anche se ha macchie di polpette sulla felpa, chiazze di tempera rossa sulle scarpe e tra i capelli, e un paio di cuori rosa sulla guancia destra e vorrei infilarla in lavatrice così com’è conciata. Quando la guardo vedo quegli occhietti blu persi in qualche mondo immaginario bellissimo: un giorno ci sono principesse avventuriere, altri astronauti pirati, animali colorati e futuri che spero si realizzeranno nella sua vita così come li immagina. Gira con un mini passeggino rosa fucsia che è poco più grande di lei e stringe Lella, la bambolina del cuore che le ha regalato la nonna. La riempie di baci e dice che è la sua mamma.
È di un’innocenza disarmante, un’innocenza che a molte bambine viene rubata quando stanno ancora godendo della loro infanzia. È incredibile pensare che ci sono ancora oggi parti del mondo in cui 1 bambina su 5 si sposa prima dei 18 anni. La povertà è tra le prime cause che spingono i genitori a dare in sposa la propria figlia. È difficile accettare che si possa vendere una bambina e obbligarla a un matrimonio combinato con qualcuno che magari ha più del doppio dei suoi anni.
Di solito al matrimonio seguono violenze e abusi, veri traumi che queste piccole principesse devono portarsi dietro tutta la vita. Mentre Lara gioca con le bambole, ci sono mamme-bambine che stanno affrontando una gravidanza con appena tredici o quattordici anni. Troppo piccole per affrontare un parto, eppure obbligate a essere grandi e piene di responsabilità.
Da mamma desiderei con tutto il cuore che queste realtà così lontane potessero sparire. Ma serve duro lavoro di educazione e sensibilizzazione ai diritti delle bambine, un lavoro che si può supportare aiutando WeWorld Onlus, l’onlus che si occupa di progetti volti a proteggere e istruire bambine e ragazzine in tutto il mondo.
Secondo gli ultimi dati nel mondo oltre 650 milioni di bambine sono state date in sposa prima di spegnere le diciotto candeline. Nel nostro piccolo ciascuno può fare qualcosa per fermare il fenomeno delle spose bambine, iniziando col dare sostegno per l’educazione di queste giovani donne. Sì, perchè spesso, oltre alla povertà, è la scarsa educazione a spingere le famiglie a seguire costumi e tradizioni arcaiche e dissennate.
Il sostegno a distanza permette di aiutare i progetti di We World Onlus e dare una famiglia e una comunità sicura a queste bambine, un’alternativa possibile al matrimonio, che permette loro di studiare, sognare e non sentirsi costantemente in pericolo. Studiare permettere di imparare a proteggersi anche dalle malattie, dai virus come l’hiv che trovano terreno fertile laddove non c’è la benchè minima consapevolezza di cosa sia la contraccezione.
Basta pensare che i corpi di queste bambine non sono adatti a portare avanti gravidanze così premature e potrebbero avere conseguenze fatali, oltre che dare origine a un circolo vizioso che genera ulteriore povertà.
Lara ha una nuova sorellina in Nepal, che ci manda bellissimi disegni e una volta all’anno una sua fotografia. Ci racconta come sta e cosa sta studiando e chissà che un giorno non riusciremo ad andarla a trovare e conoscere così tutta la sua famiglia.