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Che lavoro fai, papà?

Che lavoro fai, papà? 21 Marzo, 2013

Laura Carissimi nasce a Bergamo nel 1982. Consegue laurea triennale in scienze dell’educazione nel 2006 e la laurea specialistica in "Consulenza pedagogica e ricerca educativa" nell'anno 2011. Dimostra interesse per il mondo dell'infanzia sin dai suoi 13 anni, quando ancora ragazzina offre la sua collaborazione come baby sitter e ripetizioni. Catechista ed educatrice per oltre 10 anni presso la parrocchia di Presezzo (BG) per la fascia d’età 6-14 è referente presso la "Consulta Giovani" del paese, organizzatrice di feste ed animatrice. Ha svolto il Servizio Civile Volontario promosso da "Associazione Mosaico" di Presezzo, interessandosi alla pubblicazione del progetto sul sito comunale. È coordinatrice pedagogica e formatrice per corsi riguardo problematiche scolastiche, puericultura, assistenza pre-post parto e maternità naturale. Ha coordinato progetti ed equipe educative per "Lavorare insieme", Cooperativa Sociale a.r.l. Laura Carissimi la trovi su facebook http://www.facebook.com/laura.carissimi.14 e twitter @LauraCarissimi

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I bambini in età scolare, a volte, devono compilare questionari o svolgere temi che riguardano la propria famiglia, come trascorrono le giornate, o chi siano i loro genitori. In alcuni casi, soprattutto nella scuola materna, potrebbe esser chiesto loro di raccontare che lavoro facciano i genitori. I lavori delle mamme, solitamente, sono più semplici da capire e da ricordare per i bambini, perché, in genere, lo stipendio materno serve per “arrotondare le entrate” e i lavori svolti devono permettere alla madre di seguire adeguatamente uno o più figli. Per questo i lavori maggiormente diffusi sono part-time, e può essere che il bambino abbia avuto la possibilità di vedere la mamma “sul campo”, visto che, se non c’è la fortuna di avere a disposizione nonni o di potersi permettere asili nido e baby-sitter, le mamme potrebbero aver portato i bambini sul lavoro. Può sembrare strano o inusuale, ma in alcune culture è prassi normale poter avere accanto i bambini anche sul posto di lavoro. Basti pensare all’aumento dei nidi aziendali, che sottolinea un fenomeno in evoluzione.

che-lavoro-fa-papàTutto questo a discapito del lavoro del papà. Difficilmente, infatti, i bambini avranno la possibilità di vedere con i propri occhi il tipo di lavoro fatto dal padre, salvo in alcuni casi, rari e particolari. Per questo potrebbe accadere che i bambini non sappiano rispondere quando viene chiesto loro che lavoro faccia il papà. E la cosa può metterli in difficoltà di fronte ai compagni o agli insegnanti.



Perciò sarebbe molto positivo che il papà dedicasse qualche ora ogni tanto a descrivere ciò che deve fare al lavoro, ogni giorno, magari sotto forma di gioco. Potrebbe giocare a “travestirsi” con i suoi bambini e inscenare una giornata lavorativa tipo, per farla rivivere anche a loro. Se il papà è tecnologico, potrebbe cimentarsi con fotocamera e videocamera, immortalando alcuni momenti, magari in maniera simpatica, per mostrare i luoghi, le attrezzature e le persone con cui lavora abitualmente. Poi sarebbe bello creare con il figlio un collage, mentre descrive le immagini e spiega le attività abituali.

Se il tipo di lavoro lo consente, il papà potrebbe portare, un giorno, o solo qualche ora, i suoi figli con sé, per mostrare loro tutto direttamente, e dare la possibilità di capire ed essere orgogliosi del proprio papà. In questo giocano un ruolo fondamentale anche le mamme… Non è tanto importante quale tipo di lavoro si svolga, la cosa essenziale è che lo si faccia con passione e con orgoglio, e che tutti, in famiglia, riconoscano il valore che ha questo ruolo. Molti figli, ad esempio, ascoltano ciò che racconta loro la mamma e imparano a conoscere il padre anche attraverso i suoi occhi, quindi è importante che la madre abbia profondo rispetto e riconosca sempre, con le parole e i fatti, la rilevanza che ha l’attività del papà. Così facendo anche i figli si sentiranno orgogliosi del proprio papà.

Se, visti i tempi che corrono, vi è capitato di perdere il lavoro, non demoralizzatevi e, soprattutto, non sentitevi in difetto nei confronti dei vostri figli. Anche l’accanita ricerca, anche i lavori saltuari o poco retribuiti possono essere un buon esempio per i loro, un esempio di vita, che mostri come comportarsi nelle difficoltà. E nulla è meglio che vedere il proprio papà faticare, sforzarsi, tenere duro anche in situazioni estreme, pur di riuscire a contribuire al mantenimento delle persone care.

Laura Carissimi nasce a Bergamo nel 1982. Consegue laurea triennale in scienze dell’educazione nel 2006 e la laurea specialistica in "Consulenza pedagogica e ricerca educativa" nell'anno 2011. Dimostra interesse per il mondo dell'infanzia sin dai suoi 13 anni, quando ancora ragazzina offre la sua collaborazione come baby sitter e ripetizioni. Catechista ed educatrice per oltre 10 anni presso la parrocchia di Presezzo (BG) per la fascia d’età 6-14 è referente presso la "Consulta Giovani" del paese, organizzatrice di feste ed animatrice. Ha svolto il Servizio Civile Volontario promosso da "Associazione Mosaico" di Presezzo, interessandosi alla pubblicazione del progetto sul sito comunale. È coordinatrice pedagogica e formatrice per corsi riguardo problematiche scolastiche, puericultura, assistenza pre-post parto e maternità naturale. Ha coordinato progetti ed equipe educative per "Lavorare insieme", Cooperativa Sociale a.r.l. Laura Carissimi la trovi su facebook http://www.facebook.com/laura.carissimi.14 e twitter @LauraCarissimi